Il Focusing mi ha permesso di entrare in contatto e di comunicare con delle parti di me che non credevo neppure di avere. È stato incredibile rendersi conto di avere presenze dentro il mio corpo che reclamavano la mia attenzione e che avevano bisogno che le ascoltassi.
La cosa più stupefacente è stata comprendere che io -e solo io- avevo il potere di calmarle, di sostenerle, di rafforzarle solo con il calore della presenza e delle parole amorevoli.
Le corde colorate, le matrioske e le pietre che ho usato durante gli incontri sono stati degli strumenti preziosi che mi hanno aiutato a visualizzare e ad avere maggiore consapevolezza delle dinamiche che si stavano attuando dentro di me durante il percorso.
Un conto è ascoltare, un conto è parlare, un conto è dialogare. Un’altra cosa è vedere le mie Parti come delle bamboline colorate disposte sul tavolo: una la più grande, una la più piccola, una la media: ognuna con le sue caratteristiche personali e i suoi bisogni da esprimere.
Un conto è ascoltare, un conto è parlare, un conto è tenere tra le mani una corda che “simboleggia” il legame con la propria madre, un’altra con il proprio padre, un’altra ancora con un antenato lontano nel tempo e nello spazio, ma che lì si riconosce come importantissimo.
Un conto è ascoltare, un conto è sentire, un altro ancora, è disporre su un tavolo tante piccole pietre colorate, ognuna corrispondente a desideri precisi, mai espressi prima e che reclamano per la prima volta un bisogno urgente: quello di esistere.
Cinzia (Cliente)