3 sono gli oggetti utilizzati, concreti, tridimensionali che portano a insight rapidi e profondi: Pietre, Matrioske e Cordine.
Proprio per la natura intrinseca di questi strumenti il loro utilizzo durante un colloquio di counseling permette di “vedere” ciò di cui si sta parlando. L’informazione e la riflessione diventa una visione e un’esperienza corporea che agisce come una rivelazione, aprendo una breccia evidente e forte “nell’idea” che il cliente ha di ciò che sta dicendo. In questo senso questi strumenti aiutano ad uscire dalla riflessione circolare o dall’unico punto di vista che il cliente talvolta ha di sé.
Quando l’ascolto e la parola, che sono gli strumenti tipici del counseling, non riescono da soli a rompere gli schemi mentali, le Pietre, le Matrioske e le Cordine, ne potenziano l’efficacia. Permettono di “vedere le parole” simbolizzate attraverso gli strumenti.
L’efficacia degli strumenti
Per la loro natura concreta le Pietre, le Matrioske e le Cordine sono soprattutto utili in alcune situazioni di stallo, in cui il cliente sperimenta l’impotenza del suo stesso riflettere che non gli permette di spostarsi dal suo punto di vista o dalla sua verità. Sono altrettanto utili nell’esplorazione di quelle dinamiche interne che spesso accompagnano scelte importanti o faticosi cambiamenti come il sentire che “Voglio, ma non posso”, oppure “Devo e non posso volere” o ancora “Voglio ma non voglio” o alla fine “Ma cosa voglio?”.
Poiché la riflessione si trasforma in un’esperienza vista e vissuta nel corpo, essa viene colta non solo dall’emisfero sinistro del cervello che sistematizza in modo logico, analitico e consequenziale i dati, ma anche dall’emisfero destro che coglie l’insieme, che attinge ad una comunicazione non verbale, che si apre ad una intuizione.
Come agiscono gli strumenti
Gli elementi al centro del dialogo di chiarificazione e comprensione sono rappresentati concretamente con uno degli oggetti che la persona sceglie di utilizzare o che in quel momento potrebbero essere più efficaci. Questo permette che nulla di ciò che viene detto vada perduto. Se è tanto ciò che si sta affrontando (spesso lo è) e già questa è un’informazione preziosa per il cliente, il vederlo aiuta a scegliere le priorità attraverso cui muovere il proprio percorso.
Il cliente lavora con gli strumenti che diventano rappresentanti simbolici dei contenuti del suo sentire. Attraverso questo semplice utilizzo, egli diventa altro da quei contenuti stessi in cui prima si identificava completamente perdendo il senso di sé e diventa attivo protagonista del lavoro che insieme si volge.
Permettendo questa disidentificazione le Pietre le Matrioske e le Cordine facilitano l’integrazione mente-emozione e mettono in luce e a disposizione del cliente informazioni, intuizioni e risorse che con un percorso classico potrebbero richiedere un tempo maggiore. E lo fanno tramite il corpo.
L’utilizzo degli strumenti
I tre diversi strumenti hanno alcuni utilizzi specifici. Pietre e Matrioske vengono usati appoggiandoli su un tappetino che diventa uno spazio protetto in cui vivere l’esperienza.
Le Pietre facilitano soprattutto i processi di disidentificazione e con ciò aiutano il cliente a fare luce, a “rendere chiaro” e vedere meglio “chi è, che cosa sta vivendo” e cosa invece “vorrebbe vivere”. Ciò che viene raccontato viene restituito non solo attraverso parole ma nella concretezza delle pietre. E questo porta a vedere ciò in cui si è bloccati.
Le Matrioske hanno un utilizzo per alcuni aspetti simile, ma con una loro peculiarità, legata al tipo di manufatto che esse sono. Da un lato richiamano simbolicamente l’immagine interna che il cliente ha di sé. Aiutano a evidenziare le relazioni tra le diverse voci interne che vengono viste come legate a varie parti di sé, più o meno grandi, grandezza indicata dalla matrioska scelta per rappresentarle, di cui il cliente, che è rappresentato dalla Matrioska grande, può prendersi cura. Ma sono estremamente efficaci anche per esplorare le relazioni interpersonali sul piano della realtà fisico-temporale.
Le Cordine vengono utilizzate per permettere al cliente di abitare uno spazio come se davvero lo occupasse. Entrare nella cordina è sperimentare nel corpo un “come se” stessimo vivendo “qui e ora” quella situazione che vogliamo esplorare.Sentendo come sta nel corpo in quello spazio, il cliente riceve informazioni importanti sul perché dei suoi comportamenti o anche su dove vuole andare nel gestire quella relazione o quell’aspetto della sua vita.
Un efficace metodo di lavoro per counselor e operatori della relazione di aiuto
Essendosi dimostrati nei lunghi anni di utilizzo così efficaci nel lavoro con i clienti, questi strumenti dal 2012 sono diventati oggetto di corsi di aggiornamento per i counselor e gli operatori della relazione di aiuto. Possono essere utilizzati da counselor di diversi orientamenti perché trasversali alle diverse teorie di riferimento delle differenti Scuole di Counseling.
Offro corsi, in cui spieghiamo l’utilizzo degli strumenti: come inserirli all’interno del colloquio di counseling, cosa si fa utilizzandoli, cosa succede e che processo promuovono nel percorso della persona. Sperimentazione con piccoli esercizi o simulate.