Fin da piccola mi ero creata un sistema di auto-salvezza basato sull’auto appagamento quotidiano, ottenuto dalla creazione prima e dal raggiungimento poi di piccoli obiettivi che andavano a completare nel tempo i macro puzzle delle soddisfazioni.
Tale pragmatismo è stato efficace ma, richiedendo molta energia e lucidità, non poteva e non voleva dare alla mente tempo e spazio per elaborare le emozioni dolorose, ed ha pertanto di volta in volta ridimensionato l’energia dell’emozione negativa. In alcuni casi l’ha spostata nei ricordi facilmente riafferrabili, in altri li ha trascinati e avvolti in una nuvola del ricordo non percettibile, ma esistente comunque dentro di me.
Ad un certo punto della mia vita, il veloce susseguirsi di eventi esterni, mi ha privata delle coordinate d’appoggio su cui si alimentava il mio sistema.
Oggi vivo più serenamente, riesco ad avvicinarmi al prossimo con meno pregiudizi, riesco a vederlo e in alcuni casi a “sentirlo con il cuore dell’animo” e soprattutto ho iniziato a farmi vedere, così come sono e come voglio essere, superando i miei stessi preconcetti e le mie costruzioni di identità in funzione degli altri.
Durante il percorso con la Consulente Familiare ho trovato una mano calda, trasparente e al tempo stesso percettibile e sicura con cui inoltrarmi nel sentiero di una grande foresta in cui alberavano le mie emozioni, impossibili da identificare nel tempo e nello spazio perché erano come foglie, sparse ovunque, spinte dalla tempesta degli eventi, bagnate dal dolore delle lacrime, trascinate e schiacciate dall’impossibilità che qualcuno dall’esterno potesse evitare o alleviare la mia sofferenza in divenire.
L’uso delle Matrioske mi ha permesso di viaggiare nelle mie tante me. Dalla matrioska grande, dolce, morbida nelle forme, energetica nei colori, è stato possibile entrare in contatto visivo con la matrioska che in quel momento poteva, in base alla sua grandezza, permettermi di collocare l’evento ad un’età, di avvicinarmi gradualmente al ricordo, vedendone i dettagli in modo sempre meno sfocato e, con l’aiuto della counselor, di avvicinarmi a quel dolore soffocato, represso, annebbiato agli occhi della mente.
È attraverso questo passaggio che, incontro dopo incontro, ho potuto ricostruire lentamente e pazientemente una nuova percezione di me stessa, come un archeologo farebbe con i cocci di diversi vasi di terracotta.
Il viaggio verso la disperazione dei dolori del passato, la loro rievocazione, l’abbassamento del filtro affettivo censurante il ricordo, mi sono stati possibili perché avevo al fianco il supporto di una persona di cui avevo imparato a fidarmi, la mia counselor.
I miei occhi hanno avuto una funzione attiva nel percorso perché, identificando la Matrioska nel paradigma: io-grandezza-età-evento doloroso, mi hanno dato l’accesso dalla percezione nebulosa del dolore, di collocarlo in un’età, in un momento e poi, con l’aiuto della counselor, di vederlo sempre più da vicino nei dettagli fino a ri-percepirlo in tutta la sua tragicità, non solo a livello emozionale, ma anche energetico e corporeo.
Dall’esperienza di counseling ho potuto ricostruirmi una nuova identità, più autentica nei confronti di me stessa e più forte nei confronti degli altri.
Meri (Cliente)